Sant'Egidio del Monte Albino accoglie il progetto "Di Food in Tour"

Alla scoperta di cortili, resti archeologici e prelibatezze locali, come il famoso fusillo sangiliano

Redazione Sarno 24 10/06/2024 0

Sant'Egidio del Monte Albino è un comune che conserva ancora molte tracce del suo passato storico. Le chiese, i palazzi antichi e i resti archeologici sono testimonianze tangibili della sua lunga e ricca storia. La comunità locale continua a valorizzare il proprio patrimonio culturale, mantenendo vive tradizioni di un tempo e promuovendo il turismo culturale e rurale.

Domenica 16 giugno, dalle 9:30, il format "Di Food in Tour", lanciato dal CTG - Gruppo Picentia, prosegue con la seconda tappa dell’Agro Nocerino-Sarnese (la prima era stata Corbara) e questa volta anche con l’appoggio e il riconoscimento della Provincia di Salerno.

Dopo i saluti dell'Amministrazione comunale, rappresentata dal Sindaco, Antonio La Mura, e del Presidente della Pro Loco, Salvatore Ferraioli, i visitatori saranno accolti, presso la sede della Pro Loco, con un caffè di benvenuto, una spremuta con le tipiche arance sangiliane e una dolce sorpresa, in collaborazione con la Pasticceria "La Montalbino". Partendo da Palazzo Ferrajoli della Cappella, con i suoi meravigliosi giardini, ci si dirigerà verso la chiesa della Madonna delle Grazie.

A seguire, la gastronomia la farà da padrona, con la produzione di prelibati latticini presso lo storico Caseificio Saturno, eccellenza del territorio, e con la lavorazione della pasta a mano (in particolare dei rinomati fusilli e tagliolini all'uovo) del micropastificio "Come tradizione". Subito dopo si proseguirà per il centro storico, ammirando i suoi cortili e le architetture gentilizie. Proseguendo, ci si incamminerà verso il ristorante, con annesso laboratorio artigianale della pasta, "Fusillo Sangiliano", in piazza Giovanni Paolo II, per degustare specialità locali e campane.

Dopo pranzo, ci sarà modo di ammirare e approfondire la conoscenza della Sant'Egidio più antica, quella di origini romane, le cui testimonianze sparse sono notevoli e numerose: la Villa Romana, la Fontana Helvius, la Stele Pomponia Tyche, l'Acquedotto Romano e per concludere l'Abbazia di Santa Maria Maddalena in Armillis. Prima di fare rientro a casa, il tour terminerà con la visita ai Limoneti della Famiglia Parlato, per conoscere le varietà di agrumi che sin dalla fin del XVIII secolo hanno soppiantato le preesistenti colture locali.

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Redazione Sarno 24 23/05/2024

Dal 24 al 26 maggio a Pagani torna l'International Street Food

Il Sindaco De Prisco, insieme all'assessore al commercio, Pietro Sessa, ha fortemente voluto anche quest'anno a Pagani la manifestazione di cibo internazionale più famosa d'Italia, dopo il grande successo del 2023. L'International Street Food è in programma da venerdì 24 a domenica 26 maggio in Arena Pignataro. Sabato e domenica gli stand saranno aperti anche a pranzo, a partire dalle 12:00. Ingresso gratuito.

ORARI: 24 maggio dalle 18:00 alle 24:00, 25-26 maggio dalle 12:00 alle 24:00

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Annamaria Parlato 26/12/2024

La minestra maritata dell'Agro nocerino è un "cult" di Santo Stefano

La minestra maritata, o “pignato grasso”, è uno dei piatti simbolo della tradizione gastronomica campana e in particolare dell’Agro nocerino-sarnese, un autentico tesoro culinario che racchiude storia, cultura e sapori unici. Questo piatto, il cui nome letteralmente significa “minestra sposata”, prende il nome dall’armoniosa combinazione di carne e verdure, un connubio che si rifà all’antica arte della cucina contadina. La storia è lunga e affascinante, con radici che risalgono all’epoca romana.

La ricetta originale deriverebbe da un piatto noto come “minutal”, una preparazione a base di carne e verdure diffusa nell’antica Roma. Durante il periodo aragonese a Napoli, il piatto subì l’influenza dell’olla podrida spagnola, un ricco stufato di carne e legumi che condivideva la filosofia di combinare ingredienti diversi per creare un piatto unico e sostanzioso. Arricchitasi di profumi e tecniche culinarie importate dagli spagnoli, la minestra maritata divenne più raffinata e si consolidò come elemento distintivo della cucina campana.

Questo pasto unico era originariamente preparato per le occasioni speciali, in particolare per Natale e Pasqua, quando le famiglie si riunivano per celebrare le festività. La sua complessità e ricchezza di ingredienti riflettevano l’abbondanza e il calore delle tradizioni familiari. La minestra maritata ha trovato spazio persino nella letteratura tra i secoli XIII e XVIII (Pulci, Cervantes, Latini, Casanova), contribuendo a raccontare la cultura e le tradizioni campane. Anche in testi meno noti è stata citata come esempio di come il cibo possa riflettere il legame profondo tra terra, tradizioni e memoria collettiva.

Il cuore della ricetta risiede nella perfetta unione tra carne e verdure, che prevede una selezione di tagli specifici (maiale e parti grasse, manzo, pollo o gallina) e un assortimento di ortaggi a foglia, ognuno dei quali contribuisce a creare un’esplosione di sapori. Ogni tipo di carne viene cotto lentamente per ottenere un brodo ricco e saporito, che diventa la base del piatto. Le verdure variano a seconda della stagione e della disponibilità, ma la tradizione dell’Agro privilegia: scarola, bietola, cicoria, catalogna, broccoletti, verza, torzella (una varietà antica di cavolo tipica della Campania, dal sapore intenso e leggermente amarognolo).

Queste verdure, accuratamente lavate e lessate, vengono unite alla carne per completare la minestra. Le carni si cuociono in abbondante acqua con cipolla, sedano e carota, un po' di lardo, formando un brodo ricco e profumato. Le verdure sono aggiunte al liquido di cottura delle carne per preservare i loro sapori distinti. Il tutto viene fatto sobbollire, per consentire ai sapori di amalgamarsi assieme a qualche scorza di parmigiano. Un filo d’olio extravergine d’oliva e una spolverata di formaggio e pepe a completano il piatto. La minestra è spesso accompagnata da pane raffermo tostato o dai tipici scagliuozzi di polenta fritta.

Oggi, è ancora un piatto molto amato, soprattutto nelle famiglie che custodiscono gelosamente le antiche ricette tramandate di generazione in generazione. Molti ristoranti e trattorie dell’Agro propongono questa pietanza nei loro menù, permettendo anche ai turisti di scoprire un autentico sapore della tradizione. Pur essendo profondamente legata al territorio campano, la minestra maritata ha conquistato il palato di molti oltre i confini regionali. Alcune varianti moderne includono ingredienti innovativi o semplificano la ricetta per adattarsi ai ritmi della vita contemporanea, ma il cuore del piatto rimane invariato: l’equilibrio perfetto tra carne e verdure.

Per accompagnare la minestra, è consigliabile scegliere un vino campano che ne esalti i sapori intensi senza sovrastarli. Tra le opzioni migliori: Aglianico del Taburno, un rosso strutturato e ricco di tannini che si sposa perfettamente con la complessità del piatto, bilanciando la grassezza della carne e la mineralità delle verdure; Piedirosso, meno tannico dell’Aglianico, ma con una buona acidità e note fruttate che si combinano bene con il sapore rustico e leggermente amarognolo delle verdure; Greco di Tufo per chi preferisce un vino bianco, che con la sua freschezza e le sue note minerali può offrire un interessante contrasto ai sapori ricchi della minestra maritata.

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Redazione Sarno 24 07/01/2025

Castellammare, festa dei cuochi e dei pizzaioli dell'Alleanza Slow Food

Giovedì 9 gennaio, nella splendida cornice dell’Hotel dei Congressi, a Castellammare di Stabia, si terrà la terza Festa dei Cuochi e Pizzaioli del Progetto dell’Alleanza Slow Food della Campania, dedicata alla memoria di Rita Abagnale. L’evento è organizzato da Slow Food Campania, sotto l’egida di Slow Food Italia, e con la collaborazione delle Condotte "Costiera Sorrentina e Capri", "Monti Lattari e Costa d’Amalfi" e dell’intera famiglia Abagnale.

La serata avrà inizio alle ore 18:00, con la presentazione regionale delle guide di Slow Food Osterie d’Italia e Slow Wine, per proseguire con un ricordo di Rita Abagnale e l’attribuzione, da parte di Giuseppe Di Martino, del premio a lei intitolato, giunto alla quarta edizione: successivamente, spazio alla creatività di una trentina tra Cuochi e Pizzaioli dell’Alleanza e Cuochi Chiocciolati delle Osterie campane, insieme ai Vignaioli premiati da Slow Wine ed ai Produttori delle eccellenze alimentari dei Presìdi Slow Food.

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