"Di Food in Tour" punta su Sarno per la terza tappa nell'Agro

L'appuntamento con la kermesse itinerante è per domenica 13 ottobre dalle ore 9:00

Borgo San Matteo

Redazione Sarno 24 08/10/2024 0

Domenica 13 ottobre, alle ore 9:00, "Di Food in Tour" punta su Sarno. L'evento itinerante, promosso dal CTG - Gruppo Picentia, è alla terza tappa nell'Agro (dopo Corbara e Sant'Egidio) e si avvarrà del patrocinio morale della Provincia di Salerno e del Comune di Sarno, con il supporto logistico della Pro Loco sarnese.

Dopo i saluti dell'Amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco, Francesco Squillante, e un caffè di benvenuto in collaborazione con il Caffè Garibaldi, si parte con la visita della storica cittadina. Partendo da Piazza Garibaldi, ci si dirigerà verso Borgo San Matteo, sino ad arrivare alla Fontana "dei 3 cannoli" per una sosta rinfrescante.

A seguire, sosta presso il Mulino, gioiello di archeologia industriale, situato in Via de' Liguori. Il programma proseguirà in Piazza Municipio per ammirare e conoscere la storia del Palazzo Municipale e del monumento dedicato a Mariano Abignente, uno dei partecipanti alla disfida di Barletta del 1503. Successivamente, ci sarà modo di visitare la rinomata pasticceria Assalonne, con il suo laboratorio artigianale, e il famoso Museo Archeologico Nazionale, "custode" di reperti rinvenuti nella Valle del Sarno dal Neolitico al Medioevo.

Villa Lanzara, subito dopo, stupirà i visitatori con il suo complesso architettonico ottocentesco e i bellissimi giardini. L'Agriturismo La Fattoria permetterà la conoscenza del territorio a partire dalla tavola, con i suoi piatti e prodotti stagionali. Dopo pranzo, sosta rilassante presso il Parco fluviale "5 Sensi", situato alla foce del Sarno, uno spazio polifunzionale dove la natura domina indisturbata.

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Doppio appuntamento con i piatti della tradizione e il divertimento presso Palazzo Marciani a Roccapiemonte. Nelle serate di Venerdì 11 e Sabato 12 ottobre, si terrà la prima edizione di "Chef allo Sbaraglio", con organizzazione dell'associazione GR Eventi di Gianpiero Liguori e Raffaele Battipaglia, già protagonisti recentemente con la Festa della Pizza.

Quello che è un vero e proprio simpatico contest della cucina, vedrà la partecipazione anche del sindaco Carmine Pagano, che proporrà la sua personale rivisitazione della pasta e patate con provola.

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La varietà del cachi Vaniglia o Legna Santa, dessert campano naturale e goloso

Il cachi è il frutto del Diospyros kaki, una pianta della famiglia delle Ebenacee; il nome cachi viene riferito anche alla pianta stessa, che in italiano è detta diospiro, fico del Giappone, o erroneamente, loto. E’ originario della Cina, dove è diffusamente coltivato. Dalla Cina, la coltivazione del cachi si diffuse in Giappone e Corea, dove il frutto divenne un alimento apprezzato e parte integrante della cultura culinaria. L’albero può anche raggiungere i 10 metri d’altezza; la sua chioma di color verde cupo, quasi metallico, lo fa apprezzare, oltre che come albero da frutto, anche come pianta ornamentale. Del resto, prima della sua introduzione in Europa nel XIX secolo, veniva coltivato in rari esemplari nei giardini, principalmente per questo scopo.

Il frutto è particolarmente legato alla tradizione autunnale e invernale italiana e viene consumato fresco o essiccato. In alcune regioni, viene chiamato anche "loto" o "kaki", dal nome giapponese. Le foglie sono ovali, sparse, grandi, acute alle due estremità, e nel tardo autunno, prima di cadere, assumono un caratteristico colore rossiccio. I fiori sono piccoli e hanno una corolla verdastra. I frutti sono vari per colore e forma; per lo più subglobosi, un po' compressi, hanno un colore che comprende le sfumature dall’aranciato al rosso. Resistono attaccati alla pianta anche fino ai primi geli; spiccano allora tra i rami spogli, resistendo anche ai venti più forti, essendo provvisti di peduncoli robusti.

Quelli di alcune varietà hanno polpa succosa e dolce non appena raccolti e quindi possono essere subito consumati; quelli di altre, invece, alla raccolta, sono aspri ed hanno azione astringente per la presenza di abbondante tannino nelle cellule della polpa. Dopo un periodo di conservazione in frutteto, anneriscono e la polpa diventa zuccherina. I cachi sono utilizzati in diverse preparazioni culinarie, dalle marmellate ai dolci, e sono apprezzati anche per il loro elevato contenuto di vitamine, in particolare A e C. Frullando la polpa di cachi con panna o yogurt, si può ottenere un dessert cremoso e delicato. I cachi non astringenti, più sodi, possono essere tagliati a fette e aggiunti a insalate per un tocco di dolcezza. Si abbinano bene con ingredienti come rucola, noci, formaggio di capra o feta, e un condimento a base di olio d'oliva e aceto balsamico.

Anche se meno comune, il cachi può essere usato in piatti salati, come accompagnamento a carni arrosto o formaggi stagionati, dove la sua dolcezza contrasta con i sapori più intensi. In molte culture, il cachi viene essiccato per essere consumato come snack. I cachi essiccati sono una versione concentrata del frutto, con un sapore ancora più dolce, simili a delle piccole caramelle naturali. In Giappone, vengono preparati gli "hoshigaki", cachi essiccati tradizionalmente appendendoli all'aria.

In Campania, la varietà del cachi vaniglia, quando si presenta matura ma non molle, è detta Legna Santa, in riferimento alla membrana interna che ricorderebbe la croce di Gesù o al nocciolo che, se spaccato a metà, conterrebbe una fibra vegetale simile a due mani in preghiera, dette “manine di Gesù”. Il Legna Santa, dalla consistenza piacevolmente croccante, può esser messo sottaceto in barattolo e servito nell’insalata di rinforzo della Vigilia di Natale. Quando invece matura e diventa molliccia, allora con un cucchiaino si può degustare la polpa vanigliata, utilizzata in pasticceria e gelateria. I cachi sono molto energetici e calorici, se consumati in abbondanza costituiscono un toccasana per tutto l’inverno.

Le piante di cachi vaniglia, frutti a volte dimenticati di antichissima coltivazione, resistono ancora nei frutteti di tipo tradizionale, concentrati fra Napoli e Salerno, soprattutto nell'Agro Acerrano-Nolano e Nocerino-Sarnese, oltre che nell'area Vesuviana, che è la zona di origine ed elezione.

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